V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Giuseppe Alfonso |
Inserito il - 30/01/2007 : 11:36:29 Hippocampus guttulatus ? il nome di questo cavalluccio marino fotografato nei fondali prospicenti Torre del Serpe - Otranto (LE). Due sono le specie di questo particolare pesce (famiglia Syngnathidae) presenti nel Mediterraneo H. guttulatus e H. hippocampus, il primo si distingue per avere delle appendici pi? sviluppate.
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E' una delle cosiddette "specie a rischio" e uno dei tanti motivi ? il degrado del suo habitat, le praterie di Posidonia oceanica, la fanerogama marina (pianta e non alga) dalle lunghe foglie presso le quali il cavalluccio si nasconde. Nei cavallucci marini ? il maschio ad occuparsi dei piccoli, allevandoli in una apposita tasca addominale, una sorta di marsupio. Di recente si ? parlato molto di cavallucci marini perch? ? stato scoperto uno dei misteri che ancora avvolgevano l'etologia di questo animale. La scoperta, fatta da ricercatori inglesi, ha svelato che il maschio rilascia lo sperma all'esterno e poi lo raccoglie nella cavit? addominale dove avviene la fecondazione della uova che ha gi? "prelevato" dalla femmina. |
4 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
Massimo |
Inserito il - 01/02/2007 : 18:07:46 Appoggio pienamente la tua opinione Giuseppe. Non penso si possa parlare di vero e proprio adattamento a deviazioni da quella che pu? essere definita la normalit? per una determinata specie, ma solo di scarsa conoscenza di quali siano i reali intervalli di tolleraza della stessa.
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Ros |
Inserito il - 30/01/2007 : 20:02:15 Ti ringrazio per le informazioni. Giustamente hai scitto che ci sono "ancora" piccole chiazze sparse sul substrato..questo ? solo il primo stadio della completa colonizzazione del fondale, con successivo impoverimento della maggior parte dei popolamenti animali e vegetali (pochi phyla, invece, in presenza di caulerpa aumentano sia in numero di specie sia in abbondanza). Grazie ancora Ciao Rossella
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Giuseppe Alfonso |
Inserito il - 30/01/2007 : 18:19:46 Ciao Rossella 1- la profondit? della foto ? 18 metri 2- purtroppo ci hai visto bene, ma comunque ci sono "ancora" solo piccole chiazze isolate di Caulerpa. 3- riguardo Taranto hai scritto ESATTAMENTE ci? che avevo pensato di scrivere anch'io (grazie per averlo aggiunto tu). E' pi? facile vedere cavallucci marini nel Mar Piccolo di Taranto che altrove! Almeno per i nostri fondali. Il fondo molle del Mar Piccolo ? praticamente una prateria di Sabella spallanzani che sembra sostituire le classiche praterie di Posidonia come habitat per i cavallucci. Un esempio di valido adattamento? I cavallucci marini non sono poi cos? sensibili all'inquinamento? molte sono le domande che viene da porsi e che forse meriterebbero un approfondito studio. |
Ros |
Inserito il - 30/01/2007 : 15:01:04 Ciao Giuseppe, purtroppo dalla tua foto ho potuto constatare che, anche sui fondali di Otranto, ? presente l'alga verde fortemente invasiva Caulerpa racemosa. A che profondit? ti trovavi? E l'alga ricopriva estensioni considerevoli di fondale o era distribuita a macchie pi? o meno grandi? Scusa se ti chiedo queste informazioni ma mi sto occupando, in questo periodo, proprio dell'impatto di Caulerpa sulle biocenosi marine bentoniche.. Riguardo il cavalluccio marino, specie come hai detto "a rischio", ho saputo che, inspiegabilmente nel Mar Piccolo di Taranto, ambiente ad altissimo impatto ambientale, tra i pali delle cozze sono stati avvistati numerosi esemplari di Hippocampus hippocampus..la segnalazione, senz'altro positiva, mi ha fatto riflettere... Spesso crediamo che determinate specie, sia per la loro rarit? che vulnerabilit?, siano destinate a scomparire in ambienti degradati. Cos? facendo, per?, non prendiamo in considerazione l'esistenza di una grande forza che ? quella dell'adattamento di tutte le specie (sia animali che vegetali) a condizioni variate dell'ambiente naturale. Con questo, non voglio assolutamente giustificare l'inquinamento marino, anzi sono la prima a condannare duramente, ma voglio sottolineare, con cauto ottimismo, l'esistenza di innumerevoli strategie di sopravvivenza delle specie, in continua evoluzione e, a noi, poco o del tutto sconosciute. Saluti Rossella |
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