giuseppe nuovo
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Inserito il - 02/12/2021 : 21:19:40
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La storia nascosta dell’Aids tra teorie complottistiche, bufale e ricerca scientifica.
Il Covid-19 ha fatto rivivere agli infettivologi l’incubo vissuto negli scorsi decenni proprio di fronte all’HIV. L'arma più efficace per difendersi da questi killer invisibili oltre che farmaci e vaccini resta la conoscenza scientifica; capire come e perchè si diffondono.
Nei primi anni 80 su diverse riviste mediche furono segnalati negli Stati Uniti in omosessuali casi sospetti di polmonite da Pneumocystis carinii e di sarcoma di Kaposi, un raro tumore dei vasi sanguigni. Malattie che colpivano normalmente pazienti col sistema immunitario molto indebolito.
Il 3 luglio del 1981 il New York Times pubblicava un primo articolo di Lawrence Altman dal titolo “Scoperto raro cancro in 41 omosessuali”, quel ‘raro cancro’, rilanciato un po’ ovunque come il ‘cancro dei gay’. Nulla si sapeva delle modalità di trasmissione e cominciarono a nascere le prime teorie sulle cause di queste infezioni e tumori: - infezione da Cytomegalovirus, - uso di droghe, - stimolazione eccessiva del sistema immunitario. - Intossicazione legata a sostanze in uso tra la comunità omosessuale, come il nitrito d’amile utilizzato come potenziatore dell'orgasmo.
La malattia non aveva ancora un nome e incominciarono a circolare sulla carta stampata le definizioni più disparate: "Gay compromise sindrome", "immunodeficienza gay-correlata" (Gay-related immune deficiency, GRID), "cancro dei gay", "disfunzione immunitaria acquisita". Il termine AIDS nacque solo nell’estate del 1982 durante un congresso della Food and Drug Administration sugli emocomponenti. In quell’anno si verificarono casi anche tra gli emofiliaci, attraverso le trasfusioni di sangue e cominciò a farsi strada l'idea che il contagio fosse legato appunto ad un'anomalia del sangue. Bruce Voeller propose di chiamare la nuova malattia Acquired Immune-Deficiency Syndrome (AIDS), basandosi sulla comparsa di una serie di patologie nei pazienti, tra cui infezioni opportunistiche e neoplasie (il sarcoma di Kaposi, il linfoma di Burkitt, il linfoma primitivo cerebrale) altrimenti molto rare in giovani adulti non immunodepressi. L'alta prevalenza di omosessuali maschi focalizzò inizialmente l'attenzione sulla sola popolazione gay mentre soprattutto in Europa, il mezzo di diffusione più veloce e frequente fu quello del contatto ematico tra gli eroinomani che condividevano la stessa siringa. Per un certo periodo l'infezione fu chiamata "delle 4H", poiché colpiva omosessuali, eterosessuali utilizzatori di droghe endovena, haitiani ed emofiliaci (in inglese "homosexuals, heterosexual intravenous drug users, Haitian immigrants" e "hemophiliacs"). Nel 1982 Robert Gallo in America, scoprì l'origine virale dell'epidemia, riconoscendo l'azione di un retrovirus. Il 4 novembre 1983 Françoise Barré-Sinoussi, nel laboratorio di retrovirologia dell'Istituto Pasteur di Parigi diretto da Luc Montagnier vide al microscopio per la prima volta il virus HIV, nei tessuti di un linfonodo prelevato da una persona infetta. Circa sei mesi dopo, il 22 aprile 1984, venne ufficialmente e pubblicamente riconosciuto che il virus francese era stato definitivamente identificato come la causa dell'AIDS. Identificato il virus della pandemia che provocava uno stato di progressiva immunodeficienza e che si trasmetteva attraverso il sangue era necessario comprendere da dove venisse e quale fosse la sua origine.
Molte furono le teorie - oggi le chiameremmo fake news - che cominciarono a circolare:
- Virus piovuto dalla coda di una cometa passata molto vicino alla Terra (origine extraterrestre).
- Virus creato in laboratori militari alla fine degli anni 70 negli Stati Uniti per una eventuale guerra batteriologica.
- Virus creato per decimare neri, peccatori, omosessuali o dovuto ad una presunta punizione divina a causa di comportamenti trasgressivi 'contro natura'
- virus modificato dai nazisti durante la seconda guerra mondiale per sterminare l’esercito americano. Era il virus Q che doveva essere rilasciato da aerei negli Stati Uniti. Il laboratorio tedesco non fu mai individuato perché fu bombardato dagli Inglesi.
Già nel 1960 era stato scoperto nelle scimmie il virus sv40, un retrovirus che si dimostrò molto simile all’Hiv dell’AIDS. Questa somiglianza dette origine ad altre teorie.
- sperimentazione medica con sangue di scimmia. La febbre forte poteva contribuire a curare la neurosifilide e per far questo si pensava che sangue di scimmia con febbre della malaria non aggressiva poteva venir iniettato in pazienti.
- innesti di testicoli di scimpanzè nello scroto come stimolo sessuale. Pratica poco documentata pare praticata ad inizio secolo.
- rapporto sessuale di umani con scimmie
- vaccino antipolio. Questa teoria ipotizzava che la maggior parte dei vaccini antipolio somministrati tra il 1954 ed il 1963 fossero contaminati dal virus delle scimmie.
Il virus della poliomielite contagia attraverso il circolo oro-fecale. Nel 95% dei casi dalla bocca passa nell'intestino e fuoriesce con le feci ed instaura immunità. Nel 5% invece va in circolo, passa nel midollo spinale e provoca paralisi muscolare permanente. Se paralizza il diaframma porta a morte per soffocamento. Nel 1954 fu sviluppato negli USA il vaccino da J. Salk con il virus morto e disattivato con formalina. Non ebbe successo perché dava una immunità limitata e doveva essere iniettato. Dalla fine degli anni '50 fu sperimentato un secondo vaccino da A. Sabin il quale contiene il virus vivo ma attenuato, a cui è stata tolta la capacità di sviluppare la malattia. Il virus viene fatto passare attraverso diversi tessuti animali e viene trattato con diverse sostanze chimiche. Si somministra per via orale con poche gocce sotto la lingua e dà immunità per tutta la vita. Fu utilizzato in massa per prima in Unione Sovietica. Per ottenere colture in cui far sviluppare il virus della polio furono utilizzati reni delle scimmie, data la loro somiglianza genetica con l'uomo. Il vaccino – secondo tale teoria - poteva essere stato contaminato con il virus delle scimmie allora sconosciuto e quindi non rintracciabile e che poteva sfuggire ai filtri ed ai test utilizzati per valutare lo stato di salute delle scimmie stesse. Il virus SV40 delle scimmie che si dimostrò capace di sviluppare il cancro nei criceti, indusse all’abbandono dell'utilizzo delle scimmie asiatiche portatrici di SV40 a favore di quelle 'verdi' africane. Questa specie di scimmia però è portatrice di un virus simile all'HiV. Infatti le specie di scimmie africane sono infette da un Virus da immunodeficienza (SIV). Le scimmie non si ammalano, ci convivono. Nell'uomo invece l'HIV è mortale. Nell'uomo esistono due varianti: Hiv1 diffuso in tutto il mondo e responsabile del 99% della malattia; simile ma non troppo al SIV degli scimpanzè. Hiv2 diffuso in Africa occidentale che ha tempi di latenza più lunghi ed è meno trasmissibile. L'HIV2 è estremamente simile al SIV delle scimmie spazzacamino. Tra il 1957 ed il 1958 nel Congo belga, Ruanda e Burundi circa 250mila persone furono vaccinate con un terzo vaccino sperimentale con virus vivo attenuato per via orale denominato CHAT e prodotto da Koprowsky in antagonismo a quello di Sabin. Poi tra il 1958 ed il 1959 a Kinshasa vennero vaccinate altre 46mila persone. Anche in questo caso vennero usati reni di scimmie africane per la coltura dei virus da attenuare. Una prima traccia di Hiv nell'uomo fu individuata - agli inizi degli anni '80 - a Kinshasa (Leopoldville) in campioni di sangue risalenti al 1959. Furono infatti riesaminati campioni di sangue prelevati all’epoca per uno studio sulla malaria. Quindi le prime tracce di Hiv andavano individuate in Africa e non negli Usa dove era stato usato per prima il vaccino antipolio e nemmeno in Unione Sovietica dove era stato sperimentato quello di Sabin. In base a queste considerazioni nel 1992 un articolo pubblicato sulla rivista Rolling Stone indicò il vaccino sviluppato da Koprowski e sperimentato negli anni cinquanta nell'allora Congo Belga, come il veicolo che permise il "salto" (spillover) del virus HIV da alcuni primati all'uomo.
Ma come ha fatto un virus che si trasmette solo attraverso rapporti sessuali o scambio di siringhe infette a passare dalle scimmie all'uomo? Perchè non ci sono state epidemie prima degli anni '80? Il tessuto di rene di scimmia può essere stata la fonte del virus dell'Aids nell'uomo? Gia allora tale teoria fu contestata dal mondo accademico sia perchè la diffusione del virus per via orale (la via di somministrazione del vaccino) è estremamente improbabile sia perché a partire dal 1985 la Organizzazione Mondiale della Sanità aveva testato i vaccini antipolio prodotti dal 1970 per individuare se ci fossero stati al loro interno virus HIV e non furono mai trovati. Tale teoria è stata definitivamente smentita dopo numerosi studi che hanno dimostrato non solo l’assenza del virus nei campioni dei vaccini di Koprowsky recuperati in Congo ma anche la comparsa del virus nell'uomo di molto antecedente la somministrazione del vaccino antipolio.
- trasferimento naturale del virus.
In molti paesi africani le scimmie sono cacciate e mangiate dall'uomo, quindi morsi durante la cattura o ferite accidentali durante la macellazione hanno permesso il passaggio del virus dal sangue delle scimmie a quello umano. Si è trattato quindi di un trasferimento naturale. Diversi laboratori di microbiologia hanno effettuato anche recentemente confronti filogenetici e datazioni della sequenza "progenitrice" del gruppo principale dell'HIV-1 su campioni di sangue archiviati fin dall'epoca coloniale nei principali ospedali congolesi concludendo tutte che l'introduzione dell'HIV-1 nell'uomo è avvenuta nella prima metà del XX secolo, probabilmente nell'area del Camerun. Un'ulteriore analisi nel 2019 da parte di un team di ricerca dell'università di Lovanio assieme a ricercatori di diversi altri istituti di ricerca internazionali, di un campione di tessuto del 1966 proveniente dalla Repubblica del Congo, da cui è stato possibile estrarre una copia del genoma completo dell'HIV, ha potuto retrodatare la prima infezione tra il 1881 e il 1918. Fino al 1960, il contagio si sarebbe propagato in modo relativamente lento lungo le direttrici dei fiumi e delle linee ferroviarie fra le grandi città minerarie del Congo. Dopo di allora, però, la sua diffusione divenne sempre più ampia e rapida. Secondo i ricercatori non sono state tanto le caratteristiche peculiari del virus a permettersi il diffondersi dell’epidemia, ma un insieme di condizioni storiche e sociali che hanno innescato un processo divenuto poi inarrestabile. Fra le ipotesi più solide avanzate vi sono i cambiamenti sociali avvenuti in quegli anni e il parallelo, marcato sviluppo della prostituzione a Kinshasa. Il colonialismo aveva cambiato radicalmente la vita di milioni di persone in Africa centrale creando un ambiente che permise all'Hiv di diffondersi tra gli umani. Alla diffusione del virus tra gli umani paradossalmente hanno contribuito anche le iniziative di salute pubblica intraprese per contrastare altre malattie. L'improvviso aumento del numero delle infezioni potrebbe essere fatto risalire al diffuso riutilizzo su più persone di aghi non adeguatamente sterilizzati per somministrare farmaci e vaccini. Basti pensare alla campagna di vaccinazione forzata condotta dai francesi tra il 1900 ed il 1910 in Africa centrale per contrastare la malattia del sonno causata dalla mosca tze-tze utilizando sempre le stesse siringhe. Le siringhe monouso furono prodotte ed utilizzate a partire dalla seconda guerra mondiale, ma nei paesi africani a corto di attrezzature mediche adeguate e su popolazioni rese 'schiave' venivano riutilizzate decine e decine di volte. Questo ha permesso al virus delle scimmie di trasmettersi a migliaia di persone, di adattarsi all'uomo e di modificarsi diventando patogeno. Giuseppe Nuovo
Fonti: - bollettino settimanale MMVR del CDC (Centers for Disease Control and Prevention) del 5/6/1981 - articolo New York Times del 3/7/1981 - l’origine dell’Aids, Rivista Rolling Stones, Tom Curtis del 19/3/1992 - Teorie sulla origine dell'Aids. The River di E. Hooper, un viaggio alle sorgenti dell'Aids. 1999. - Le Science, Ricostruita la storia delle origini e della diffusione dell'Hiv, 3/10/2014 - Focus, AIDS, la storia delle origini dell'epidemia, 4/10/2014 - L'origine del male, opera teatrale scritta e interpretata da Christian Biasco + documentario "Le origini dell'AIDS" di Peter Chappel e Catherine Peix, 15/10/2014 - ^Benjamin Ryan, Oldest Complete HIV Genome Found in 1966 Sample From Central Africa, in POZ, 8/6/2020.
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