Venerdì 9 dicembre anzichè andare a lavorare sono andato al Feni Day. E così hanno ragione i tedeschi di dire: Italianen zembre kantare!
Ebbene volete mettere una giornata passata all’aria fresca contro una al chiuso, seduto davanti a un PC.
Il Feni Day (giorno del fenicottero) non è il seguito al film I tre giorni del condor, bensì la giornata dedicata al censimento dei Fenicotteri rosa presenti in Italia e, quest'anno per la prima volta, ha interessato l’intero territorio nazionale. Per maggiori e più precise informazioni a proposito dell’evento vi rimando sul sito di EBN Italia. Avrete modo di rendervi conto della portata e dello sforzo di coordinazione che ha richiesto questa iniziativa. Ovviamente le maggiori attenzioni sono rivolte alle zone geografiche ove accertata e più numerosa è la presenza dei raffinati volatili. Ebbene, appuli ignari e ignoranti delle bellezze della vostra regione sappiate che proprio in Puglia si ha una delle maggiori concentrazioni di Fenicotteri.
Il, benchè giovane, molto attivo nodo pugliese di EBN ha avuto incarico di monitorare tutta la regione con particolare attenzione per le saline di Margherita di Savoia. Per far questo ci siamo divisi in più squadre e ... sorpresa... noi pugliesi siamo stati davvero tanti!!! Che bello, una volta tanto non siamo i fanalini di coda.
Le condizioni meteo non sono state le migliori. In particolare per coloro, tra i quali lo scrivente, sono appassionati di fotografia. Cielo coperto, una bella frescura e parecchia umidità non sono riusciti a raffreddare l’entusiasmo dei partecipanti. Partiti di buon ora ci siamo incontrati con gli altri partecipanti a Margherita di Savoia. Qui sono state confermate le squadre di osservatori badando che ognuna contasse almeno un elemento esperto. Alla squadra della quale facevo parte si è unito Giuseppe Lagioia. E ci siamo diretti al nostro punto di osservazione detto "il Monte". Trattasi di svettante altura la quale dall’alto del suo metro e venti (scarso) di quota domina da meridione le vasche delle saline. Dopo un percorso piuttosto tormentato su una carrareccia resa insidiosa dalle buche, dal fango e da Musico (altro fotografo con fisico robusto e equipaggiamento in proporzione) siamo giunti al "Monte". Guidati dal Lagioia ci apprestavamo a raggiungere il posto d’osservazione. Soltanto che il punto di osservazione ci guardava dall’alto!!! Ovvero ci siamo dovuti arrampicare, con l’aiuto di chiangoni (grosse pietre ndt) apprestati all’uopo, sul tetto di un edificio rustico il cui terrazzino funge da posto di osservazione. In verità ci siamo saliti solo io e Giuseppe Lagioia. Infatti Giuseppe Nuovo (che è cortarello) ce lo abbiamo issato a forza di braccia, e meno male che pesa quanto un cedrone!. Qui ho potuto fornire il mio fattivo contributo. Ovvero: appurato che con il mio misero binocolo vedevo solo "indistinti puntini rosa" sono stato nominato-precettato al ruolo di contabile. I due Giuseppi (Giuseppe sarà un nome tipico da birdwatchers!?!) spazzavano con i cannocchiali le vasche e ogni tanto sparavano cifre che io meticolosamente trascrivevo. Data la grande distanza non è stato possibile leggere alcun anello. Avvistato però un bel Pellegrino appollaiato su un albero rinsecchito e costante la presenza di Poiane e Gheppi su pali e tralicci. Bello anche ascoltare la conversazione tra Giuseppe Lagioia e Giuseppe Albanese i quali si scambiavano informazioni sugli avvistamenti nelle varie vasche... e come riferimento avevano una "palizzata" composta da... Aironi Bianchi Maggiori! Terminata l’osservazione, in tarda mattinata, ci siamo riuniti con il resto del gruppo. Infoltito da nuovi arrivi tra i quali ho rivisto con piacere Gli Astuti. A loro era stata assegnata la palude La Vela, vicino Taranto, ma è risaputo che in quella zona fenicotteri nisba. Oltretutto lì pioveva. Qui l’osservazione dei fenicotteri continuava, ma senza pressioni di carattere scientifico, l’occhio si trastullava anche sulle centinaia di anatidi (in particolare Volpoche) e limicoli che popolano le saline d’inverno. Qui ho da segnalare l’avvistamento di una Casarca, già segnalate in zona qualche giorno prima, effettuato da Gianpasquale-astuto-Chiatante (Casarca che ovviamente Giuseppe Nuovo ha mancato di nuovo!) Dopo la pausa pranzo, nel centro di Zapponeta tra Passeri e sfacciatissimi Codirossi spazzacamino, abbiamo continuato le osservazioni nel settore orientale del lago di Lesina. Ma, come ci si aspettava, di fenicotteri neanche l’ombra. Sul litorale niente da segnalare a parte un volo di Berte Maggiori, lontanissime con sullo sfondo le Tremiti, adocchiate da Tommy Capodiferro che, orfano del suo Svasso Collorosso, risultava inconsolabile. Nella zona di più fitti canneti del lago tantissime Folaghe e Tuffetti mentre due falchi di palude sorvolavano minacciosi a pelo di canneto. Faceva oramai buio. Avevamo anche avvistato un posatoio, un po’ inquietante per la verità, di cornacchie grigie. Mentre tornavamo alle macchine è scoppiato un finimondo. Centinaia di Taccole si erano alzate in volo, vocianti allo spasimo. Qualcosa le aveva terrorizzate. Memore dei due falchi di palude in caccia ho detto: Mi sa che ci è scappato il morto!Giallauk ovvero Gianluca Cardone
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