PROGETTO “CILONA”

questo progetto è dedicato
al dott. Damiano Leuzzi, amico e collega
prematuramente scomparso

Scopo del progetto è la liberazione e il monitoraggio, in un habitat idoneo e delimitato, di una popolazione di Testudo Hermanni (la cosiddetta tartaruga comune), allo scopo di ottenere elementi utili per future reintroduzioni.

HABITAT

Questo rettile è un animale tipico dell’area mediterranea, dove occupa varie nicchie ambientali; tra cui le dune costiere con scarsa copertura vegetale. Anche le zone interne a macchia mediterranea (mirto, corbezzolo, ginestra, lentisco, fillirea ecc.), la leccete e le zona collinare il fragneto rappresentano delle aree rifugio per la testuggine. Nei periodi piovosi il rigoglio di piante erbacee (composite, leguminose, piantaggini ed altre) costituiscono la principale fonte di cibo per le testuggini. Nella provincia di Brindisi, cenerentola a livello nazionale per quanto riguarda la superficie boschiva, il panorama rurale è caratterizzato dalla presenza di un agricoltura intensiva che dà sicuramente poche “chanche” a questi animali.


SITUAZIONE ATTUALE

La presenza della T.hermanni nel nostro territorio, così come in tutto il meridione era abbastanza omogenea soprattutto nelle zone costiere. Le principali cause di scomparsa o di rarefazione di questa specie sono imputabili ai cambiamenti subiti dall’ambiente in seguito alla pressione umana. I principali pericoli in questo senso sono rappresentati dagli incendi, infatti la testuggine, per l’ impossibilità di attuare spostamenti veloci, costituisce una delle specie più vulnerabili in assoluto. Altro fattore è rappresentato dalla meccanizzazione dell’agricoltura oltre che dall’uso, spesso eccessivo di sostanze chimiche. Per ultimi, ma non come importanza, vanno considerati il problema della predazione da parte di volpi ma soprattutto di cani randagi, e la raccolta di testuggini per alimentare il commercio illecito. Questo traffico ha interessato la Puglia e la Calabria diretto verso il mercato terraristico del Nord Europa e ancora oggi nella nostra provincia è attivo un commercio illegale di testudo con la Germania. E’ evidente che ognuno di questi problemi può essere più o meno controllato con opportuni interventi che in questa sede non è il caso di affrontare. La difficoltà principale per una reintroduzione nella nostra provincia rimane quella di individuare un sito che sia idoneo e nel quale tutti questi fattori siano minimizzati.


IL GENERE TESTUDO

Tutte le testuggini terrestri della regione mediterranea sono raggruppate, nella nomenclatura zoologica, sotto il genere Testudo, endemico di questa regione. Al genere Testudo appartengono 5 specie, due delle quali (Testudo hermanni e Testudo gaeca) sono ulteriormente suddivise in sottospecie. La specie Testudo hermanni è esclusiva dell’Europa meridionale ed orientale e si suddivide in sottospecie orientale, Testudo hermanni boettgeri che occupa l’area dei Balcani, delle regioni danubiane fino al Pelopponneso, quella occidentale e autoctona per l’Italia, Testudo hermanni hermanni. Una volta comune nelle zone costiere meridionali del nostro paese è ovviamente la sottospecie utilizzata per il nostro progetto. La distribuzione e la situazione mondiale della Testudo hermanni hermanni è veramente drammatica. Oltre il 90% delle popolazioni vivono sul suolo italiano, e questo dato evidenzia il ruolo, l’importanza oltre all’enorme responsabilità che ha l’Italia nei confronti della comunità mondiale per quanto riguarda la sopravvivenza di questa specie, unica nel patrimonio naturalistico europeo e mediterraneo. Diventa quindi urgente e necessario creare delle riserve biogenetiche negli habitat più tipici della Testudo hermanni hermanni.

SELEZIONE DEI SOGGETTI

In attesa di poter usufruire delle analisi genetiche, precise ma costose ci siamo basati sulla vecchia classificazione morfologica. La prima distinzione riguarda le dimensioni: decisamente più grandi nella sottospecie orientale che può raggiungere i 25 max 30 cm. contro i 15-16 max 20 cm della nostra T.h.hermanni. che raggiunge mediamente da adulta i 1000 gr. per femmina e i 6-700 gr il maschio. Altra differenza riguarda la colorazione, la differenza di dimensioni della sutura pettorale e delle suture femorali. I soggetti utilizzati per le liberazioni sono nati in cattività da Testudo h.hermanni regolarmente denunciate come prevede la legislazione attuale, di proprietà del relatore del presente progetto e del sig. Palma Antonio. Sia i genitori che i piccoli vivono in un frutteto di 2.000 mq sito in c.da Petrosa (Francavilla F.na) di proprietà dell’ associazione Urupia coltivato, come il resto dell’azienda, con pratiche di agricoltura biologica.

IL PROGETTO

Si prevede la liberazione di 14 esemplari all’anno per cinque anni consecutivi per un totale di settanta soggetti, a partire dalla primavera del 2004. I soggetti vengono rilasciati raggiunti i 5 anni, ogni animale viene identificato attraverso l’applicazione di un microchip inserito, da convenzione internazionale, nel sottocute della coscia posteriore destra. Di ogni testuggine, prima della liberazione, vengono rilevati i dati morfometrici secondo uno schema convenzionale; questi dati sono molto importanti perché verranno aggiornati negli anni successivi. Il progetto prevede infatti il monitoraggio degli animali liberati con due controlli annuali, ove è possibile la ricattura. Il primo di questi controlli verrà realizzato in autunno per verificare le condizioni di salute prima del letargo invernale mentre il secondo in primavera per verificare le stesse condizioni al risveglio. La liberazione annuale verrà invece realizzata in primavera inoltrata per dare agli animali un tempo sufficiente per un buon adattamento.
Come già specificato lo scopo del progetto non è una reintroduzione in senso letterale, per la quale attendiamo analisi genetiche che accertino con sicurezza il genotipo, ma la liberazione di esemplari morfologicamente idonei in un habitat adeguato e ben definito al fine di monitorare l’evoluzione di questa piccola popolazione e trarne elementi per futuri ripopolamenti su scala più vasta.
E’ fondamentale che i proprietari dei fondi aderiscano e condividano le finalità del progetto, questo anche in relazione all’evoluzione dello stesso; infatti è auspicabile che il monitoraggio delle Testudo possa proseguire oltre i 5 anni delle liberazioni. Si possono prevedere inoltre varie iniziative: da quelle prettamente didattiche (per questo scopo sono previsti dei tabelloni illustrati distribuiti nei fondi) quali visite guidate, lezioni sul campo, stage naturalistici ecc., ad altre più marcatamente scientifiche quali la mappatura genetica della popolazione di Testudo oltre all’utilizzazione del eventuale surplus di soggetti per la reintroduzione in altri ambienti mediterranei.

I SITI

Le località individuate per la liberazione delle Testudo sono ambedue localizzate nell’agro di Ostuni.

La prima (dove avverrà la liberazione più consistente e cioè dieci testuggini all’anno per un totale di cinquanta esemplari) è un bosco di circa 11 ha, localizzato all’interno dei terreni della masseria Ferri di proprietà della signora Lella Rosa; si tratta di una azienda di complessivi 100 ha situata in contrada Ferri, quasi ai confini della provincia di Taranto, raggiungibile facilmente percorrendo la strada provinciale Ostuni-Martina Franca a circa 6 km da Martina. La masseria ha le caratteristiche tipiche delle aziende delle Murge meridionali, si tratta cioè di una masseria di allevamento con un corpo di fabbrica in posizione centrale e i terreni, costituiti da pascoli arborati e boschi di fragno, distribuiti intorno. Tutta la superficie aziendale è recintata e tabellata a norma, con divieto d’accesso, quindi, anche per i cacciatori e l’attività antropica è limitata al taglio dei polloni. Particolare estremamente positivo ed interessante è la segnalazione della presenza della T.h.hermanni in tempi non remoti. Il bosco dove verranno liberate le giovani testuggini appartiene alla fascia fitoclimatica del Lauretum freddo di Pavari; il che è molto rilevante dal punto di vista geobotanico, poiché rientra nelle poche zone che costituiscono l’areale italiano del fragno, specie quercina tipicamente balcanica ed anatolica la cui distribuzione nel nostro paese è limitato a poche zone discontinue nella Puglia centro meridionale (provincie di Taranto, Brindisi e Lecce) e nella Basilicata. La componente arborea è costituita quasi esclusivamente da Fragno (Quercus macedonia); solo sporadicamente vi si rinvengono alberi di altre specie, come Roverella (Quercus pubescens) e Olivo (Olea europea), tutti di piccole dimensioni e molto rari. La componente arbustiva è pressoché assente, limitata com’è a poche piante di Cisto (Cistus spp.), mentre la vegetazione è limitata ad un tappeto discontinuo. Il bosco è un fragneto governato a ceduo, con utilizzazioni quindicennali.

La seconda località, dove saranno liberate quattro tartarughe all’anno per un totale di venti, è l’azienda Lamacoppa piccola di proprietà dei signori Gianfranco Ciola e Flo Tanzarella, che dista da Ostuni circa 6 km. L’azienda si raggiunge percorrendo la strada provinciale Ostuni-Francavilla F.na; svoltando a destra per C.da Lamacoppa. L’azienda estesa ha 2,60 è posta a 200 m s.l.m. Tutta la superficie è occupata da seminativo arborato dove insistono una decina di specchie formate da grossi cumuli di pietra calcarea, intorno alle quali si sono sviluppati nuclei arborei di Roverella (Quercus pubescens) di 40-60 anni. Sul lato lungo dell’appezzamento è presente un filare di Roverelle misto a qualche esemplare di Sughera (Quescus suber). Nell’azienda negli ultimi anni sono stati avviati una serie di interventi di rinaturalizzazione attraverso la messa a dimora di circa 1.200 piante tra fragni, roverelle, lecci, sughere e ornelli, oltre alla realizzazione di siepi di biancospino, prugnolo, ciliegio selvatico, ginestra, corbezzolo, fillirea al fine di creare nicchie ecologiche che favoriscano il rifugio e l’alimentazione della fauna selvatica. Per lo stesso scopo è stato realizzato uno stagno per l’abbeveraggio della fauna selvatica contribuendo all’aumento della diversità faunistica. Lo stagno è stato realizzato con tecniche di ingegneria naturalistica. All’interno dell’area sono state collocate, mangiatoie artificiali e cassette nido per rapaci notturni ed altri uccelli.

I FINANZIATORI DEL PROGETTO
Il “progetto Cilona”, ideato dal dott. Paolo Friz con il supporto dell’Associazione per la conservazione della natura LIPU, è stato patrocinato dal Comune di Ostuni.
La presentazione ufficiale dell’iniziativa si terrà il 1 giugno prossimo presso la Biblioteca comunale di Ostini, mentre la liberazione delle tartarughe avverrà il 2 e 6 giugno alle ore 10,00 nei siti indicati da progetto. All’iniziativa sarà data la più ampia divulgazione con il coinvolgimento delle scuole di ogni ordine e grado.
Il Comune di Ostuni con Delibera di G.C. N.188 del 30.05.03 ha patrocinato l’iniziativa e concesso un contributo economico di euro 2.447,89 a parziale copertura (40%) dei costi necessari per l’attuazione dell’iniziativa.
Altri contributi sono stati concessi da privati coprendo solo una parte del restante 60% delle spese.

Per contatti e ulteriori informazioni:
LIPU Ostuni tel. 0831/336387
dott. Paolo Friz tel. 368/476010
dott. Gianfranco Ciola tel. 338/2673289

il delegato prov.le LIPU
Agostino Cavallo