Argonauti - La Natura di Puglia e Basilicata - LUCIGNANO - PARCO MURGIA
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Autore Discussione  

carminemt
Utente Medio


Inserito il - 23/01/2007 : 18:37:44  Link diretto a questa discussione  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di carminemt Aggiungi carminemt alla lista amici  Rispondi Quotando
Con il solito rammarico che caratterizza parte delle mie escursioni vi mostro il risultato dei tagli boschivi che non sono stati effettuati nel bosco di Lucignano. Da ambientalisti equilibrati, penso che bisognerebbe consentire agli Amministratori di gestire i boschi mediante idonei tagli boschivi per evitare di incorrere in situazioni incresciose che portano soltanto all'accumulo di necromassa nel bosco e, conseguentemente a morte sicura della vegetazione. La nostra azione deve, ovviamente, essere incisiva nell'assicurare il controllo che nel bosco non avvengano scempi di nessun tipo.
Carmine Cocca

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 Firma di carminemt 
carmine

 Regione Basilicata  ~ Prov.: Matera  ~ Città: Matera  ~  Messaggi: 81  ~  Membro dal: 31/10/2006  ~  Ultima visita: 29/12/2010

superaspis
Utente Medio


Inserito il - 23/01/2007 : 18:52:10  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di superaspis Aggiungi superaspis alla lista amici  Rispondi Quotando
Citazione:
situazioni incresciose che portano soltanto all'accumulo di necromassa nel bosco e, conseguentemente a morte sicura della vegetazione.


Scusa Carmine ma mi permetto di non essere daccordo!
L'accumulo di quella che tu chiami "necromassa" non ? assolutamente inutile, ma addirittura indispensabile quale utile substrato, cibo, rifugio per tutta una serie di animali, piante, licheni, muschi etc etc., che peraltro ne determinano in tempi naturali l'utilizzo e la riconversione.
Non capisco come questa componente naturale possa portare a morte sicura la vegetazione!
Permettere quelli che tu chiami tagli idonei determina l'ingresso di operai nei boschi, uccisione di animali considerati chiaramente nocivi e dannosi (rettili anfibi, insetti etc etc), disturbo alla fauna con conseguente allontanamento, apertura di strade, distruzione di vegetazione etc etc
D'altra parte non possiamo ritenere che la natura debba per forza essere organizzata come un giardinetto condominiale e secondo i nostri schemi mentali, ordinati e precisi: la natura vera ? apparente disordine, ma organizzato!






Modificato da - superaspis in data 23/01/2007 18:53:58

  Firma di superaspis 
Francesco Mongelli Tri

 Regione Puglia  ~ Prov.: Bari  ~ Città: Bari  ~  Messaggi: 88  ~  Membro dal: 19/10/2006  ~  Ultima visita: 05/05/2012 Torna all'inizio della Pagina

giuseppe nuovo
Amministratore




Inserito il - 23/01/2007 : 19:05:02  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di giuseppe nuovo  Clicca sul telefono per chiamare con Skype  giuseppe nuovo  Invia a giuseppe nuovo un messaggio Yahoo! Aggiungi giuseppe nuovo alla lista amici  Rispondi Quotando
condivido pienamente quello detto da "superaspis", e nell'affermare questo non mi sento affatto un talebano dell'ambientalismo.
In un boschetto di Cassano (Ba), da quando non vengono pi? fatte le grandi pulizie di primavera son tornati i picchi .

Ovviamente non si pu? generalizzare ed occorre che i 'tecnici' esaminino bosco per bosco, luogo per luogo. Ritengo che una delle domande che si debba porre chi gestisce un bosco ?: che farne? Una riserva naturale? Un giardino condominiale? una wilderness? una pineta per le scampagnate dei gitanti? un produttore di reddito (legna, carta...)?
Ne consegue che, a seconda della risposta, diversa sar? la decisione delle 'pulizie' da effettuare.

stesso discorso si pu? fare sulle 'erbacce' che 'infestano' le aiuole cittadine. Se curate in maniera pi? naturale (e non si badasse solo ad una estetica asettica, plastificata) diventerebbero dei corridoi ecologi formidabili per avvicinare la natura nelle nostre citt






  Firma di giuseppe nuovo 
Giuseppe Nuovo
Bari
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il database per il naturalista
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 Regione Puglia  ~ Prov.: Bari  ~ Città: Bari  ~  Messaggi: 3229  ~  Membro dal: 12/09/2006  ~  Ultima visita: 02/12/2021 Torna all'inizio della Pagina

giuseppe nuovo
Amministratore




Inserito il - 23/01/2007 : 19:12:16  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di giuseppe nuovo  Clicca sul telefono per chiamare con Skype  giuseppe nuovo  Invia a giuseppe nuovo un messaggio Yahoo! Aggiungi giuseppe nuovo alla lista amici  Rispondi Quotando
messaggio spostato dall'amministratore

"per uno stesso argomento va utilizzata la funzione RISPONDI e non aprire una NUOVA DISCUSSIONE; diventa pi? difficile per chi vuole intervenire nella discussione seguire il senso logico e temporale del dibattito"

inserito da Carminemt

QUESTA ZONA DEL BOSCO DI LUCIGNANO RAPPRESENTA IL LATO DEL RIMBOSCHIMENTO DOVE LA PRESENZA DI PINO D'ALEPPO HA DA SEMPRE AVUTO UNA MINORE DENSITA'..... IL RISULTATO E'UNA RINNOVAZIONE EQUILIBRATA ED IN PERFETTO STATO FITOSANITARIO....PERCHE'NON PROVARE AD EFFETTUARE UN LEGGERO TAGLIO NEL RIMBOSCHIMENTO PER FAR PENETRARE UN PO'DI LUCE E VEDERE CHE TIPO DI RINNOVAZIONE SI AFFERMA?....FORSE SI AFFERMEREBBERO LE QUERCE? OPPURE I PINI

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 Regione Puglia  ~ Prov.: Bari  ~ Città: Bari  ~  Messaggi: 3229  ~  Membro dal: 12/09/2006  ~  Ultima visita: 02/12/2021 Torna all'inizio della Pagina

carminemt
Utente Medio


Inserito il - 23/01/2007 : 19:32:34  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di carminemt Aggiungi carminemt alla lista amici  Rispondi Quotando
Purtroppo nei rimboschimenti antropizzati, come Lucignano e la maggiorparte dei rimboschimenti delle nostre zone, si deve necessariamente intervenire con tagli selvicolturali, con la regolazione del pascolo degli animali domestici (per non alterare gli equilibri con la fauna selvatica e non danneggiare il sottobosco) ed anche con azioni tese a salvaguardare il bosco.
L?accumulo di un eccesso di necromassa potr? sicuramente portare benefici alla fauna, ma ? una delle prime minacce per l?innesco degli incendi boschivi nel bosco con conseguente distruzione del bosco e di gran parte della fauna stessa. Numerosi studi di carattere scientifico, infatti, mettono in relazione l?accumulo di necromassa e la percentuale di incendi boschivi e, dove la necromassa ? controllata dall?uomo (sempre nei boschi antropizzati), il numero di incendi boschivi ? minore?Un esempio palese ? la Foresta di Gallipoli Cognato (Accettura ?Mt) dove il pascolo animale ridimensiona le essenze del sottobosco e non si crea accumulo necromassa in estate. Il risultato ? che negli ultimi dieci anni si ? avuto un solo incendio, peraltro invernale ed a causa delle foglie secche, che ha danneggiato pochi ettari di bosco. Certo, la migliore soluzione, a mio avviso, sarebbe avere soltanto boschi non antropizzati o visitati solo dai veri cultori?.ma questo credo sia un sogno irrealizzabile!
Infine, sarebbe troppo ambiziosa la decisione di lasciare un rimboschimento ad equilibri naturali? purtroppo turisti indiscriminati e diverse forme di inquinamento ne provocherebbero la morte per mancata rinnovazione ed in seguito alla senescenza delle piante esistenti. La vera e sicura persistenza del bosco si avr? solo quando riusciremo a garantire la rinnovazione nel momento in cui le piante madri possono disseminare altrimenti avremo boschi belli, senza rinnovazione e, quindi, destinati alla morte oppure ad un reimpianto artificiale!
A riguardo allego una foto della rinnovazione ottenuta su un taglio boschivo effettuato in agro di Accettura?su un bosco naturale.

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carmine

 Regione Basilicata  ~ Prov.: Matera  ~ Città: Matera  ~  Messaggi: 81  ~  Membro dal: 31/10/2006  ~  Ultima visita: 29/12/2010 Torna all'inizio della Pagina

Vilmer77
Moderatore




Inserito il - 24/01/2007 : 01:37:42  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Vilmer77 Aggiungi Vilmer77 alla lista amici  Rispondi Quotando
Il discorso ? molto complesso...
Mi sembra fra l'altro sia stato in parte gi? trattato in un'altra discussione: http://www.argonauti.org/forum/topi...?TOPIC_ID=34
Ma c'ho che penso io pu? essere sintetizzato in poche righe:
- un bosco naturale, salvo rarissimi casi, non ha bisogno di alcun intervento da parte dell'uomo;
- un rimboschimento invece va aiutato a tornare "naturale", magari utilizzando piante autoctone per il rimboschimento stesso, in maniera da rendere meno dolorosi possibile gli interventi successivi dell'uomo che devono comunque mirare a non alterare troppo l'equilibrio costituito.






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Vilmer
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camminando si conosce

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boccaccio
Utente Medio


Inserito il - 24/01/2007 : 10:55:43  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di boccaccio Aggiungi boccaccio alla lista amici  Rispondi Quotando
Come diceva il sommo Giuseppe Nuovo, la gestione selvicolturale dipende dagli obiettivi del gestore (soprassuolo da reddito, a funzione ricreativa, per protezione del suolo, per scopi naturalistici...).

Nel caso della selvicoltura naturalistica, l'accumulo di necromassa ? nella maggior parte dei casi positivo, in quanto tende a ricreare le condizioni naturali delle foreste "old growth". La necromassa legnosa ? fondamentale per la vita di molti organismi, soprattutto invertebrati saproxilici, funghi, e poi piccoli mammiferi (roditori, chirotteri), uccelli...

Nel Parco Nazionale di Koli, in Finlandia, ho assistito personalmente ad interventi selvicolturali (progetto LIFE Natura) volti a "naturalizzare" gli impianti di abete rosso mediante il taglio selettivo di alcuni esemplari, che per? non venivano tutti abbattuti, ma in gran parte lasciati in piedi (si intaccava semplicemente la corteccia): nessun albero ? stato asportato! Ovviamente, laddove rilevante, occorre tener conto anche del rischio di incendio. Un compromesso pu? essere rappresentato dalla rimozione della necromassa solo in prossimit? delle strade.

Anche il pascolamento, se opportunamente pianificato, pu? contribuire ad ottemperare le necessit? di prevenzione degli incendi e di mantenimento del giusto livello di eterogeneit? ambientale (la famosa "ipotesi del disturbo intermedio"): ad esempio, soprattutto negli impianti giovani o nei primi anni dopo il taglio, si dovrebbero favorire gli ovini piuttosto che i caprini ed i bovini.

La "naturalizzazione" del classico rimboschimento di conifere in ambiente mediterraneo deve passare attraverso il diradamento selettivo dello strato dominante (i pini) per far arrivare pi? luce al suolo. Sarebbe opportuno lasciare in loco buona parte della necromassa legnosa, e magari asportare solo i rami, pi? facilmente incendiabili.
In presenza di un eccessivo novellame (cosa in realt? piuttosto rara) si possono effettuare degli sfolli per limitare la competizione tra le piantine ed accelerare la successione ecologica, che altrimenti richiederebbe tempi troppo lunghi.





A giudicare dalle foto, direi che la successione nel Bosco di Lucignano ? gi? molto avanti: vedo degli schianti dei vecchi pini, che hanno creato delle situazioni naturalisticamente molto molto ma molto interessanti.

Al massimo, suggerirei di selezionare alcune querce "promettenti" e di portarle in luce tagliando qualche pino che fa loro ombra. In alcuni punti si potrebbe allargare la macchia per far crescere delle specie erbacee. Anche il pascolamento di qualche podolica, opportunamente pianificato, non ci starebbe male.



Nella zona che Carmine definisce "in perfetto stato fitosanitario", in realt? vedo che i pini la fanno ancora da padroni, le querce sono quasi assenti e le sclerofille arbustive hanno gi? chiuso tutto il sottobosco. Qui ci vedrei bene un diradamento dei pini "dal basso" (cio? tagliando le piante pi? giovani, che se lasciate tarderebbero tantissimo a tirare le cuoia), e uno sfollo "a buche" della macchia, magari con impianto di alcune querce (60-70 per ettaro).... oppure affidandosi alla Provvidenza (= le ghiandaie).









Modificato da - boccaccio in data 24/01/2007 13:51:15

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Luigi Boccaccio
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enricoancora
Moderatore


Inserito il - 24/01/2007 : 11:15:05  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo Aggiungi enricoancora alla lista amici  Rispondi Quotando
Certo che a leggere questa interessante discussione ci si fa proprio una SELVI...CULTURA!





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Enrico Ancora
Gallipoli (LE)

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Vilmer77
Moderatore




Inserito il - 24/01/2007 : 15:40:50  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Vilmer77 Aggiungi Vilmer77 alla lista amici  Rispondi Quotando
Forse non molti lo sanno: nel bosco di lucignano qualche anno fa (1993) uno spaventoso incendio durato 3 gironi e 3 notti ha distrutto diversi ettari di bosco (circa 200) di fragno.
Ovviamente l'incendio era doloso, sono stati ritrovati 8 focolai.
Adesso ne resta pochissimo di quel meraviglioso bosco, pochi fragni e molti pini da rimboschimento e tantissime specie erbacee ed arbustive pioniere (cisto di Montpellier su tutti). Ma il bosco sembra riprendersi anche da solo...






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Vilmer
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carminemt
Utente Medio


Inserito il - 24/01/2007 : 18:58:45  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di carminemt Aggiungi carminemt alla lista amici  Rispondi Quotando
aggiungo che anche nel mese di Luglio 2001 il Bosco ? stato attaccato da un devastante incendio...ma l'area dove ho scattato le foto non ? quella interessata da incendi. Molto belle le considerazioni fatte da Luigi Boccaccio che confermano la necessit? di avviare una forma di gestione in grado di salvaguardare questo rimboschimento antropizzato. Per chi lo conosce, vi assicuro, sapr? che nel rimboschimento in questione si vede novellame (di fragno e roverella prevalentemente) dove la luce riesce a penetrare. Per salvare la maggiorparte dei boschi (contenitori di fauna), purtroppo, bisogna intervenire o mediante un idoneo sistema di gestione (magari poco invasivo) oppure bisogna avere il coraggio di chiudere l'accesso all'uomo...





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carmine

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