Autore |
Discussione |
|
giuseppe nuovo
Amministratore
|
Inserito il - 28/09/2006 : 20:02:10
|
ricevo ed inoltro agli esperti
cari Argonauti ... volevo chiedervi circa la fenologia delle foglie del fragno e della vallonea, che voi descrivete come caducifoglie. Pignatti (Flora d'Italia) parla per entrambe come di specie semi-sempreverdi. Sapreste spiegarmi questa faccenda? Grazie e cordiali saluti
Davide Ubaldi
|
|
Giuseppe Nuovo Bari argonauti@ymail.com http://www.argonauti.org
il database per il naturalista http://www.bio-log.it |
|
Regione Puglia ~
Prov.: Bari ~
Città: Bari ~
Messaggi: 3229 ~
Membro dal: 12/09/2006 ~
Ultima visita: 02/12/2021
|
|
Flo
Utente Medio
|
Inserito il - 28/09/2006 : 23:46:44
|
Dunque, rispondo non perch? mi ritenga un'sperta ma solo xch? l'ho studiato all'universit? allora Fragno e Vallonea non sono specie sempreverdi quindi entrano in quiescenza nel periodo autunno invernale con conseguente ingiallimento e disseccamento delle foglie. ecco xch? molti le descrivono come caducifoglie -praticamente come antitesi rispetto a piante sempreverdi - in realt?, come appunto segnalava il nostro amico Davide, ? molto pi? corretto parlare di piante a foglie semipersistenti o semisempreverdi in quanto le foglie pur ingiallite e rinsecchite permangono sulla pianta fino alla primavera successiva, fino allo spuntare delle nuove foglioline della stagione primaverile.
questo ? un comportamento che queste piante hanno in ambiente mediterraneo (poi magari sarebbe interessante aprire una discussione sugli areali tipici delle specie vegetali)...dicevo quindi... questo comportamento lo hanno solo in ambienti mediterranei...ed a questo c'? una motivazione davvero molto curiosa e carina...in quanto ci fa capire che non solo gli uomini e gli animali hanno un cervello forse anche le piante infatti questa caratteristica ? praticamente un adattamento della pianta al clima del luogo in cui risiedono... pertanto le foglie, se pur secche, persistono sulla pianta xch? in questo modo riescono a proteggere le gemme evitando che vengano danneggiate dalle gelate primaverili!!!!! incredibile ...veroo????
ciao ciao
Flo
|
|
|
Regione Puglia ~
Prov.: Bari ~
Città: Molfetta ~
Messaggi: 67 ~
Membro dal: 21/09/2006 ~
Ultima visita: 11/10/2009
|
|
|
mira_campo
Moderatore
|
Inserito il - 29/09/2006 : 18:24:41
|
Confermo al 100% ci? che dice Flo!!!
|
|
Mirella Campochiaro, Altamura (BA) |
|
Regione Puglia ~
Prov.: Bari ~
Città: altamura ~
Messaggi: 1219 ~
Membro dal: 16/09/2006 ~
Ultima visita: 12/05/2016
|
|
|
ambrogio lamesta
Moderatore
|
Inserito il - 29/09/2006 : 19:40:40
|
Anche io confermo quello detto da Flo circa l origine di alcuni vocaboli sulla persistenza delle foglie secche sull albero in ambiente mediterraneo. A tale proposito racconto la mie esperienze personali. Diversi anni fa (circa 15) ho piantato una vallonea nel mio terreno, nei pressi di Castel del Monte, in piena Alta Murgia (circa 400 m di quota). Le foglie le cadono abbastanza presto, con l arrivo dell inverno mentre le foglie di alcune roverelle secolari a poche decine di metri resistono, di solito fino a febbraio-marzo. Ad Andria come attivista del WWF avevo allestito un giardino mediterraneo in citta (clima piu mite) con diversi esemplari di pochi anni (5-10) di vallonea e fragno. Anche in questo caso le foglie delle due querce non resistono oltre dicembre e, comunque, sono certamente piu persistenti quelle del fragno. Da queste osservazioni si evincerebbe che, da noi, l unica vera specie semisempreverde o a foglie persistenti sia la roverella. E probabile pero che altri ambienti a clima invernale piu mite dell areale delle nostre querce abbiano condotto il Pignatti a quelle definizioni.
|
| Firma di ambrogio lamesta |
|
|
ambrogio |
|
Regione Puglia ~
Prov.: Bari ~
Città: andria ~
Messaggi: 125 ~
Membro dal: 15/09/2006 ~
Ultima visita: 15/03/2012
|
|
|
|
Discussione |
|
|
|