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Phylum / Tipo: Chordata ---> Classe: Aves / Uccelli Ordine: Ciconiiformes ---> Famiglia: Ardeidae

Genere / specie

Phalacrocorax pygmaeus <
Ardea cinerea
> Ardea purpurea
Airone cenerino
Grey heron
Molfetta (Ba)
19 marzo 2007
airone cinerino
Molfetta (Ba)
20 gennaio 2007
airone cinerino
Cillarese (Br)
8 febbraio 2004
(digiscoping)
juv.
Cillarese (Br)
8 febbraio 2004
(digiscoping)
airone cinerino
airone cinerino
La Vela (TA)
3 febbraio 2002 (digiscoping)
lago San Giuliano (MT)
Agosto 2004 (digiscoping)
zampe e becco rossi;
durante il corteggiamento, per pochi giorni possono essere molto colorati
Descrizione

Certamente il più comune degli Aironi di grandi dimensioni, l’Airone cenerino si presenta robusto e grigio pallido, con parti inferiori più chiare, collo e testa bianchi e strie nere lungo la gola e dietro l’occhio; quest’ultima forma una sorta di ciuffo che sporge dietro il capo. Il potente becco e le zampe sono giallo-grigio-brunastri, più arancio durante il periodo riproduttivo. I giovani sono nel complesso più grigi e esili, con parte superiore del capo grigio e assenza della linea nera dietro l’occhio che inizia a definirsi al secondo anno d’età. In volo presenta la classica silhouette da Airone: collo ripiegato e testa incassata tra le spalle, zampe lunghe estese oltre la coda e le ali curve verso il basso; la faccia superiore di queste appare bi-colore, nero e grigio, e i battiti sono lenti e profondi.

Habitat

Durante l’inverno frequenta tutti i tipi di zone umide con acque basse e tranquille, dai fiumi alle coste, dalle paludi alle città. Durante la nidificazione predilige zone d’acqua dolce nei pressi di grandi alberi dove costruisce il nido anche a notevole altezza, solitamente in colonie numerose.

Alimentazione

L’Airone cenerino è un micidiale predatore; si ciba preferibilmente di pesci, anche di notevoli dimensioni, e anfibi ma all’occorrenza può catturare anche uccelli e piccoli mammiferi. “Campione di pazienza”, caccia stando immobile, sovente su una sola zampa nell’acqua poco profonda, ma anche nei prati o lungo le sponde dei corsi d’acqua.

testo di Fabio Mastropasqua

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